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Calvizie Maschile: Domande e Risposte

Aggiornato il: 24/02/2019

Autore: finnikola

Il termine Calvizie Maschile, pur essendo nel linguaggio di tutti i giorni tra i più diffusi per identificare questo problema, non è il più corretto. Infatti con esso si intende in realtà la patologia conosciuta con il nome di alopecia androgenetica che, pur colpendo principalmente individui maschi, può colpire anche le femmine seppur più raramente.

In questo articolo cercheremo di dare risposta in modo semplice e chiaro a molte domande che, se sei atterrato su questa pagina, probabilmente ti sarai posto.

Cos’è la Calvizie Maschile?

 

gradi displasia alopecia

L’alopecia androgenetica consiste, detto in modo molto rapido e senza troppi giri di parole o tecnicismi vari, nella progressiva riduzione di diametro del fusto dei capelli (nota anche come miniaturizzazione) che in genere colpisce la parte alta del capo che va dall’attaccatura fino al vertex (meglio conosciuta anche come “chierica” o “pelata”).

Il processo di miniaturizzazione non è necessariamente accompagnato da eccessiva caduta, anzi in genere chi è colpito da Calvizie Maschile raramente ha caduta abbondante, ma i suoi capelli subiscono una variazione del ciclo vitale in cui la fase di crescita Anagen ha durata sempre minore e il follicolo pilifero malato ciclo dopo ciclo produce un capello di diametro e qualità sempre inferiore.

In pratica, come vedi nell’immagine qui sopra, i capelli colpiti passeranno dallo stadio Anagen 6 che equivale ad un capello sano e perfetto, attraverso 5 successivi gradi di displasia, fino ad arrivare allo stadio di Vellus, ossia un pelo cortissimo e totalmente depigmentato che di fatto è ancora presente ma è invisibile all’occhio. Oltre questo ultimo stadio avviene la morte vera e propria del follicolo.

La miniaturizzazione avviene esclusivamente nella parte frontale e superiore del capo e non colpisce tutti i capelli simultaneamente. In genere infatti procede per fasi ed ha inizio in zona tempie o vertex per poi proseguire e, nei casi più gravi, arrivare a lasciare scoperta tutta la parte superiore della testa.

calvizie maschile inizioIl risultato di questo processo di miniaturizzazione consiste inizialmente in una perdita di qualità dei capelli nelle zone colpite. Come si può vedere dall’immagine qui a fianco, questi tendono inizialmente ad assumere un aspetto più crespo e “paglioso”, poi col proseguire della riduzione dei diametri si inizieranno a vedere i primi diradamenti che lasciano intravvedere il cuoio capelluto. Infine quando si giunge allo stadio vellus, il cuoio capelluto apparirà praticamente glabro.

Calvizie Maschile: quali sono le cause che la provocano?

Semplicemente pensando al termine medico con cui viene indicato questo tipo di calvizie, ossia alopecia androgenetica, salta subito all’occhio una certa attinenza con la parola androgeno con cui si intende in genere indicare gli ormoni coinvolti nelle funzioni sessuali maschili e nella determinazione di caratteri fisici secondari tra i quali spicca appunto la “pelosità”.

Diidrotestosterone DHTL’ormone coinvolto nella comparsa della calvizie androgenetica, non è però il testosterone (l’ormone maschile per eccellenza), bensì un suo derivato noto come Diidrotestosterone o DHT ottenuto tramite l’azione dell’enzima  5 alfa reduttasi che converte il testosterone appunto in DHT.

Evidentemente non basta il solo ormone Diidrotestosterone a provocare l’alopecia androgenetica poiché esso è presente in tutti gli individui maschi e, fortunatamente, non tutti presentano tale patologia.

Difatti il problema è dato dalla sensibilità al DHT dei follicoli piliferi presenti nelle zone soggette ad alopecia androgenetica. Questo spiega anche il motivo per cui nella maggioranza dei casi la miniaturizzazione non intacca i capelli della nuca e i parietali (zona sopra le orecchie) lasciando la classica “corona” di capelli sani.  Semplicemente quei follicoli non sono sensibili al DHT.

Quindi, contrariamente a quanto affermano le convinzioni popolari, che certamente avrai sentito, non è una eccessiva presenza di ormoni maschili a determinare la calvizie, bensì il fatto che, per questioni genetiche, i nostri follicoli delle zone soggette ad Alopecia sono sensibili ad Diidrotestosterone.

A conferma di quanto ho scritto, io stesso feci delle analisi ormonali allo scopo di vedere i livelli degli ormoni androgeni ed erano perfettamente nei range di riferimento, però come potete leggere negli articoli di questo blog è fuori da ogni dubbio che io soffra di calvizie maschile.

A quale età si può manifestare la Calvizie Maschile?

Purtroppo ogni caso di calvizie ha una sua storia e quindi a questa domanda non è possibile dare una risposta univoca.

Essendo, come visto poco sopra, l’alopecia androgenetica legata all’ormone Diidrotestosterone si può dire con ragionevole sicurezza che è improbabile la sua comparsa prima dei 16-17 anni.

In linea di massima possiamo trovarci di fronte a diverse tipologie di casi che possiamo suddividere in:

  • Aggressiva: può comparire fin dai 17-18 anni e nel giro di poco tempo (anche solo 2 o 3 anni nei casi più gravi) porta alla completa miniaturizzazione delle zone soggette ad Alopecia Androgenetica
  • A Progressione Lenta: in genere chi viene colpito da questa tipologia di calvizie androgenetica conserva buone situazioni fino anche alla soglia dei 25-30 anni mostrando solo lievi arretramenti delle tempie e moderati diradamenti. Però anche tale forma di alopecia è destinata a proseguire la sua azione di miniaturizzazione e i danni possono essere parecchio evidenti anche se più tardi rispetto ai casi aggressivi. Non è infrequente che nelle alopecie a lenta progressione ci siano periodi di stasi che possono durare anche parecchi anni per poi riprendere.

Anche io rientro senza dubbio in questa seconda categoria.

Scala Norwood: come “misurare” la propria Calvizie

NorwoodCome penso accada a tutti coloro che soffrono di problemi di caduta dei capelli, mi è spesso capitato di soffermarmi a scrutare le teste di persone che evidenziano calvizie e con “l’esperienza” ho appurato che in linea di massima tende a rispettare dei percorsi di avanzamento precisi.

C’è chi inizia la miniaturizzazione dalle tempie, chi dal vertex e chi infine presenta diradamenti diffusi (sebbene quest’ultimo sia più un pattern femminile).

La modalità di misurazione dei vari stadi di avanzamento dell’alopecia androgenetica maschile ad oggi più utilizzata è indubbiamente la Scala Norwood.

Calvizie Ereditaria: Verità o Leggenda?

dna-gene-attivoPurtroppo il fatto che l’alopecia androgenetica sia strettamente collegata al corredo genetico che ereditiamo dai nostri genitori corrisponde a verità. Oltretutto la cosa non si limita solo ai parenti di primo grado (madre e padre) ma va anche ai gradi superiori.

Uno studio dettagliato è stato pubblicato da un gruppo di scienziati tedeschi dell’università di Bonn.

Per approfondire leggi l’articolo sulla calvizie ereditaria.

Calvizie Maschile: i 6 Miti da Sfatare

Falsi MitiQuello della caduta dei capelli è un problema che arriva a colpire fino al 70% degli uomini del corso della loro vita e pertanto è molto sentito da sempre.

Questo ha portato a creare alcuni falsi miti o leggende popolari che sono molto radicate nelle convinzioni della gente ma, se analizzate, non hanno in realtà alcun fondamento scientifico.

Di seguito ne esamineremo 6 tra i più conosciuti:

1) L’unica cosa in grado di fermare la caduta dei capelli è il pavimento! 

chi non l’ha sentito almeno una volta questo detto popolare? Ebbene io stesso lo credevo come detto nell’articolo in cui parlo dell’evoluzione della mia calvizie, però se presa in tempo esistono rimedi davvero efficaci.

2) Lavare troppo i capelli li indebolisce…

qui a mio modo di vedere è vero il contrario poiché molto spesso l’alopecia androgenetica è accompagnata da eccesso di sebo che certamente non giova alla buona salute del cuoio capelluto. Quindi usare degli shampoo specifici aiuta a migliorare la situazione.

3) Tagliare i capelli li rinforza…

si tratta di una “leggenda popolare” molto diffusa ma priva di ragioni logiche se si pensa alla composizione del capello stesso. Infatti la parte di capello che è visibile all’esterno è costituita da cellule morte e il loro taglio periodico non ha alcuna influenza sul follicolo pilifero che costituisce la parte viva.

4) Se arrivi a 40 anni con i capelli non li perderai più…

io stesso ne sono l’esempio pratico essendo arrivato a tale età con tutto sommato ancora parecchi capelli in testa. E invece di “essere salvo”, ho iniziato a curarmi per bloccare la mia calvizie androgenetica che stava inziando a fare seri danni.

5) Il gel fa cadere i capelli…

anche qui ricordo che la parte in vista del capello è costituita da cellule morte e pertanto l’uso di gel o fissanti vari non peggiora l’alopecia androgenetica. Magari se si usano sostanze particolarmente aggressive certamente si potranno portare danni al fusto ma le cause della calvizie e relativa miniaturizzazione sono altre come abbiamo visto.

6) Il phon fa cadere i capelli…

a meno di non ustionare il cuoio capelluto con temperature davvero alte, usare il phon non può influire sull’avanzamento della calvizie maschile. Al massimo può danneggiare il fusto se si esagera con le temperature, ma il follicolo non ne risente assolutamente.

Ecco quindi svelato come alcuni dei miti relativi alla Calvizie risultano in realtà Falsi.

E tu ne conosci altri?

Se vuoi, lascia un commento e ti daremo la nostra riposta a riguardo.

Autore articolo: finnikola

Ciao, sono il fondatore di CalvizieHelp che porto avanti per passione ormai dal 2016. Curo personalmente la scrittura e pubblicazione dei contenuti. Per avere maggiori informazioni su di me, clicca pure in questo box.

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