Come potrai vedere dal report fotografico che seguirà a breve, il mio caso personale non è certamente quello di una alopecia androgenetica molto aggressiva e parlare di evoluzione calvizie potrebbe sembrare eccessivo a chi si trova a stadi più avanzati della patologia. Difatti al momento in cui scrivo questo articolo ho un’età di 42 anni da poco compiuti e fino ai 38 pur notando qualche problemino non ho mai nemmeno pensato a come porre rimedio poiché la situazione era tutto sommato accettabile.
Tuttavia, scorrendo le fotografie che immortalano la mia chioma nel corso di oltre 20 anni, la progressione della calvizie ti apparirà evidente.
Quando l’Alopecia Androgenetica era lontana dai miei pensieri:
Fin da piccolo ho sempre avuto una capigliatura con densità elevata e capelli dal fusto piuttosto grosso e mosso e fino a circa 24-25 anni non ho praticamente avuto problemi visibili, anzi…venivo additato da tutti come un capellone:
Senza dubbio, anche a 25 anni, la situazione era ancora molto buona anche se l’arretramento delle tempie era già più evidente.
Evoluzione Calvizie: inizia la sua inesorabile cavalcata:
A partire dai 25 anni iniziò una lenta ma inesorabile perdita di capelli dalle tempie che coinvolse maggiormente la tempia destra come si può vedere da questa foto scattata a 29 anni:
L’arretramento procedette fino ai 32 anni intaccando le tempie in modo ancor più evidente ma lasciando ancora pressoché intatta la zona della cosiddetta “chierica”:
Tale situazione rimase stabile fino grosso modo ai 37 anni.
Poi riprese la miniaturizzazione alle tempie di cui ero cosciente ma tutto sommato accettavo, fino a che un giorno casualmente attorno ai 38 anni mentre ero a pranzo con un collega in un ristorante con specchi in tutte le pareti ebbi modo di vedermi da dietro….ed ecco l’amara sorpresa: per la prima volta vidi la “piazzetta” che aveva fatto la sua comparsa! Non era ancora totalmente priva di capelli, ma quelli presenti erano ormai miniaturizzati al punto da mettere in risalto il cuoio capelluto.
Di seguito 2 fotografie scattatemi a sorpresa e con qualità non eccezionale ma che rendono comunque molto bene l’idea di quella che era la mia situazione a 37 – 38 anni, ossia ben 3 anni prima dell’inizio di qualsiasi cura o rimedio cosmetico:
Sul momento la cosa mi colpì parecchio ma, memore dei consigli paterni e di ciò che in genere si sente dire da gente poco informata, ero dell’idea che “l’unica cosa a fermare realmente la caduta dei capelli fosse… il pavimento” … d’altronde chi non lo ha sentito dire almeno una volta?
Il Problema iniziava ad essere Evidente… e tentai con i primi Rimedi:
Quindi, pur pensando che non ci fossero soluzioni per curare l’alopecia androgenetica, iniziai a cercare informazioni in rete documentandomi su vari rimedi per “mascherare” la perdita dei capelli e poter tirare avanti più a lungo con quello che rimaneva dei miei capelli.
Stavo valutando seriamente l’idea di una protesi, ed inviai le mie foto su un forum per avere consigli dagli utenti utilizzatori. Anche loro convennero che pur essendoci un evidente inizio di Alopecia Androgenetica, la mia situazione non era ancora da protesi poiché avevo ancora molti capelli seppur diradati e di qualità scadente. Furono loro stessi a consigliarmi le microfibre di cheratina Toppik che appunto sfruttano i capelli esistenti aggrappandosi ad essi e danno una buona copertura.
Dopo aver letto il più possibile a riguardo decisi di procedere all’acquisto e tutto sommato il risultato non mi dispiaceva per nulla.
Ecco due foto delle primissime applicazioni.
In pratica mi portava in pochi minuti da così:
Davvero eccezionali i risultati in zona Vertex (per intenderci la “piazzetta” posteriore) dove è davvero difficile da individuare. Io stesso rimanevo impressionato tutte le volte.
Comunque il gioco valeva la candela (meglio questo che le stempiature) e con il tempo imparai a dosarlo anche in hairline e, trovata la giusta tonalità, il risultato era accettabile anche davanti. Se trovo delle foto ulteriori le inserisco.
Ovviamente per dare il meglio le microfibre devono poter avere dei capelli a cui ancorarsi… quindi se siete ormai ad un livello avanzato dove la pelle è totalmente glabra, decisamente non fanno al caso vostro.
L’Evoluzione Calvizie però continuava:
Per oltre un anno ho proseguito in questo modo e mi trovavo piuttosto bene. Tuttavia pur essendo un ottimo rimedio per mascherare la situazione, le microfibre di cheratina hanno dei limiti poiché resistono al vento e ad una moderata pioggerella ma non tengono ad una doccia o bagno in mare/piscina.
Inoltre nel caso qualcuno vi toccasse la testa potrebbe ritrovarsi qualche traccia sulla mano e se se ne usano parecchie è possibile lasciare residui sui cuscini. Infine non impediscono all’alopecia androgenetica di fare il suo corso e infatti mi accorgevo che la situazione stava lentamente peggiorando.
Ero ormai arrivato alla soglia dei 40 anni e, nonostante grazie alle microfibre nessuno sospettasse del reale stato dei miei capelli, la situazione era la seguente:
Certo non si può dire che fossi una palla da biliardo, però i problemi erano evidenti. L’evoluzione della calvizie aveva visibilmente scavato e miniaturizzato le tempie e stava iniziando a fare seri danni anche sul vertex.
Mi ritrovavo ad essere allo stadio 3 vertex (tendente al 4) della Scala Norwood utilizzata per misurare il grado di avanzamento della alopecia androgenetica.
Così presi la decisione di sottopormi ad una visita dermatologica presso il Dottor Paolo Gigli, uno dei più accreditati esperti in tricologia italiani, per vedere se ero ancora in tempo ad iniziare una cura per la calvizie e tentare di salvare i miei capelli agonizzanti.
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