Quando si parla di alopecia androgenetica femminile cure e rimedi vari vengono proposti in varie forme, molto più che per quella maschile. Ma se sei arrivata su questa pagina la domanda per la quale cerchi una risposta molto probabilmente è: “l’alopecia androgenetica femminile si può davvero curare?”.
Molti medici non la considerano nemmeno una vera e propria malattia dato che di tale patologia effettivamente non si muore, ciò nonostante, da un punto di vista psicologico, comporta uno stato di ansia che peggiora il livello di benessere coloro che ne sono colpite.
La ricerca non ha ancora permesso di arrivare al punto in cui si possa ripristinare totalmente quantità e qualità originale dei capelli, ma, se viene diagnosticata in anticipo, si può contrastare ed arrestare la caduta eccessiva dei capelli.
Dunque quali sono le cure accettate attualmente per la calvizie androgenetica femminile? Quali rimedi si possono intraprendere al di là dei farmaci consueti? A queste domande cerco di rispondere per singoli punti, prenditi 3 minuti del tuo tempo e nel caso serviti della tabella dell’indice, qui di seguito riportata.
Alopecia androgenetica femminile cure farmacologiche
La lotta contro l’avanzare dell’alopecia androgenetica femminile viene oggi combattuta per mezzo di farmaci che si somministrano sia per via topica che per via sistemica. Il farmaco più importante per trattare la caduta dei capelli nelle donne è sicuramente il minoxidil già approvato, per questo scopo, dalla FDA.
I farmaci che si assumono per via sistemica, più conosciuti ed utilizzati, sono legati al iperandrogenismo associato alla sindrome del ovaio policistico. Di seguito vedremo più in dettaglio il loro principio attivo e le evidenze più importanti in merito al loro impiego.
Minoxidil
Questo farmaco, inizialmente veniva utilizzato per via orale, per combattere l’ipertensione. Gli effetti collaterali, l’ipertricosi ne era quello più evidente dal punto di vista estetico, hanno determinato la sua sostanziale fine come prodotto ipotensivo.
Non si conosce con precisione come agisce il minoxidil ma, in parole semplici, si è capito come il suo utilizzo consenta di allungare la fase di crescita del capello (fase Anagen) e migliorare la circolazione sanguigna locale. I risultati si notano dopo almeno 4 mesi di utilizzo e sono localizzati maggiormente nella zona del vertice del cuoio capelluto. Occorre farne uso in maniera continuativa poiché la sua interruzione riporta l’alopecia androgenetica al suo stato pre-farmaco.
La diagnosi preventiva è molto importante per ottenere la sua massima efficacia. Il farmaco viene commercializzato in due livelli di concentrazione: al 2% ed al 5%. La soluzione al 5%, in genere è più efficace ma comporta anche maggiori rischi di insorgenza di effetti collaterali. Da recenti studi è emerso però che l’uso topico del minoxidil al 5% nelle donne, non determina un incremento significativo della sua efficacia, al contrario invece del suo impiego negli uomini. Nelle donne, anzi, si è notato, in alcuni casi, un effetto spiacevole di crescita di peli sul viso.
Le indicazioni terapeutiche classiche prevedono l’applicazione due volte al giorno direttamente sulla zona colpita dalla calvizie. Il periodo di somministrazione iniziale deve essere di minimo di 4 mesi. Sarà il medico a decidere i termini di utilizzo specifici caso per caso.
Cosa sappiamo in merito alla sicurezza di questo farmaco? L’uso del minoxidil, per contrastare la calvizie androgenetica femminile, è stato indagato da uno studio clinico 1)DeVillez, R. (1994). Androgenetic alopecia in the female. Treatment with 2% topical minoxidil solution. Archives of Dermatology, 130(3), pp.303-307. specifico durato 32 settimane con placebo in doppio cieco. Un gruppo di 33 donne in un range di età dai 22 ai 44 anni, sono state sottoposte all’assunzione del farmaco. Tutte le partecipanti si trovavano in uno stato di calvizie valutato di grado I e II secondo la scala di Ludwig. Il test è stato ultimato da 28 donne.
La conta dei capelli iniziale per il gruppo minoxidil è stata di 169 contro 161 del gruppo placebo di controllo. Alla fine del test, con riferimento ad un’area bersaglio del cuoio capelluto, la conta dei capelli del gruppo minoxidil è passata a 195 contro i 177 del gruppo placebo.
Non si sono registrati effetti collaterali o abbandoni per insorgenze mediche particolari. È stato segnalato anche un incremento di volume del capello del gruppo sottoposto a farmaco.
Per completezza di informazione, è corretto segnalare alcuni casi in cui le utilizzatrici hanno manifestato irritazione del cuoio capelluto e dermatiti da contatto, dovute essenzialmente alla presenza di glicole nella soluzione. Lo scopo del glicole propilenico è quello di veicolare il farmaco attraverso i primi strati cutanei, ed evidentemente il deposito di lozione può dare questo fastidio.
Un altro effetto può essere quello di assistere ad una ricrescita di capelli, dal fusto di colore e consistenza leggermente diversi da quelli naturali propri.
Si è già accennato all’ipertricosi (con il composto al 5%), consistente in una crescita di capelli e peli in luoghi sbagliati (guance e fronte).
Per finire tieni conto che il brevetto della Rogaine è ormai scaduto da anni, per cui è disponibile in versione di farmaco generico.
Finasteride
Nelle donne questo farmaco può essere utilizzato solo in casi selezionati e ancora in età fertile. Il dosaggio si attesa sui 2.5 mg al giorno ed è quindi molto più alto di quello utilizzato nei maschi. Il tutto deve essere attentamente valutato da un medico specializzato.
Estrone solfato
Un altro farmaco ad uso topico utilizzato per contrastare l’alopecia androgenetica femminile, è l’estrone solfato. L’estrone è un ormone prodotto normalmente nella donna in special modo dopo la menopausa. La fase di crescita del capello viene prolungata dal suo principio attivo che agisce anche come stimolatore della moltiplicazione cellulare.
Non sono segnalati effetti collaterali proprio perché non ha nessuna possibilità di agire a livello sistemico. La cura mediante questo farmaco non esclude l’associazione con il Minoxidil, sarà il medico a valutarne l’opportunità.
Ciproterone acetato ed etinilestradiolo
Il ciproterone acetato è un antiandrogeno che a livello periferico compete con il diidrotestosterone per occupare il recettore nei bulbi piliferi.
Nelle pazienti che hanno dimostrato di essere affette da iperandrogenismo possono essere somministrati in associazione questi due farmaci. Si tratta di compresse di 2 mg per il Ciproterone acetato e 0,035 mg per l’etinilestradiolo.
L’inizio della terapia deve coincidere con il primo giorno del ciclo mestruale con assunzione giornaliera. La fine del suo impiego coincide con 3 o 4 cicli dopo la cessazione del diradamento.
Vi sono degli effetti contraccettivi dei farmaci indicati.
Spironolattone
È un farmaco noto per essere un antagonista del recettore aldosterone. La FDA lo ha approvato per il trattamento della ritenzione idrica che deriva da cause diverse come le malattie renali e del fegato.
È utilizzato anche per altre condizioni come l’alta pressione, l’insufficienza cardiaca e l’iperaldosteronismo.
Nella cura contro l’alopecia androgenetica femminile lo si usa per contrastare l’ormone sessuale maschile, ossia il testosterone.
Sono stati eseguiti dei test in cui la sua azione, sia in assunzione solitaria che accoppiata al minoxidil, ha fatto registrare un significativo effetto sulla ricrescita e sul volume del capello.
È preferibile assumerlo prima di dormire poiché causa una leggera sonnolenza.
Gli effetti sono abbastanza lenti, infatti i primi risultati si vedono a partire almeno dal sesto mese di assunzione. È considerato un farmaco sicuro per le donne, ma che ha bisogno di essere valutato attentamente a causa di effetti collaterali che possono anche essere importanti.
Quello più noto è l’abbassamento della pressione, ma si segnalano in minor misura anche sonnolenza, nausea, mal di testa, diminuzione del desiderio sessuale, sensazione di fatica ed altri ancora.
L’incremento dei livelli di potassio nel sangue è un effetto collaterale serio per questo motivo occorre che il medico sovraintenda al decorso.
Supplementi di ferro
La carenza di ferro di per sé non è causa di alopecia androgenetica femminile ma può aggravarne l’evoluzione. Si parla in questo caso si Telogen effluvium quando la caduta di capelli è aumentata rispetto al normale diradamento tipico della calvizie androgenetica.
L’integrazione del ferro viene ritenuta utile quando i suoi valori sono al di sotto della norma. Nella donna tale condizione non è rara a causa di forti sanguinamenti mestruali. Le persone che scelgono la dieta vegetariana possono presentare più facilmente una carenza di ferro poiché tale elemento è reperibile in concentrazioni elevate nella carne.
Alopecia androgenetica femminile cure naturali
I trattamenti convenzionali dell’alopecia androgenetica femminile producono effetti soprattutto quando la sua evoluzione è agli inizi ed è lieve. Il senso di insoddisfazione spesso porta alcuni individui a cercare delle alternative in grado di potenziare o sostituire l’uso dei farmaci riconosciuti come efficaci.
La medicina complementare ed alternativa ha un suo sviluppo che parte proprio dal desiderio di trovare una soluzione. Purtroppo in molti casi si tratta di composti che non hanno efficacia, ma essendo la calvizie androgenetica influenzata da diversi fattori, in cui certamente quello genetico è preponderante rispetto ad altri, l’assunzione di vitamine e oligoelementi può portare dei benefici.
La medicina alternativa in caso di calvizie si rifà ad una serie di prodotti naturali che prendono spunto da antiche usanze e da nuove intuizioni, di seguito ne vediamo alcune.
I prodotti naturali
Si tratta di classici integratori come vitamine e minerali, erbe e probiotici. Non richiedono alcuna approvazione da parte degli enti preposti al settore farmacologico e vengono venduti praticamente in tutto il mondo.
In buona sostanza si tratta di: aminoacidi, caffeina, curcumina, gel all’aglio, melatonina, succo di cipolla, olio di semi di zucca e olio di rosmarino, biotina, Vitamina D, Zinco e molti altri ancora. Di alcuni trovi di seguito un approfondimento.
Gli aminoacidi
Sono stati compiuti alcuni studi negli esseri umani sull’utilizzo di cistina e lisina. È stato valutato l’effetto sulla salute del capello in termini di resistenza e rigidità. In associazione con lo zinco, rame e istidina si è potuto notare un effetto di allungamento della fase Anagen (crescita del capello).
La lisina ha un ruolo attivo nell’assorbimento del ferro, la si trova nelle uova e nella carne. In uno studio inglese, dopo sei mesi di test, aveva prodotto, in associazione con la vitamina C, biotina, selenio e ferro, un 39% di riduzione di caduta dei capelli.
Altri aminoacidi sono:
- la miotonina, i cui effetti non approfonditi da studi clinici, suggeriscono un ruolo nel rallentamento dell’ingrigimento dei capelli;
- L’arginina anch’essa ha un ruolo sugli aspetti ossidativi e di sbiancamento dei capelli.
Come detto, in questi ultimi tipi di aminoacidi non ci sono conferme, e soprattutto è difficile la loro valutazione poiché spesso agiscono in concomitanza con altri integratori.
La caffeina
Promuove la proliferazione cellulare poiché inibisce la fosfodiesterasi. In esperimenti effettuati in vitro si è osservato un ruolo nella inibizione del testosterone. Uno dei suoi effetti sembra essere quello di allungare la fase anagen. In particolare nell’alopecia androgenetica femminile sembra ci sia maggiore sensibilità al suo impiego topico.
Usata in associazione al minoxidil ha mostrato buoni progressi sulla diminuzione della caduta dei capelli. In commercio la caffeina è disponibile in diversi tipi di shampoo.
La curcumina
Le sue proprietà sono antinfiammatorie, antiossidanti, antimicrobiche, antineoplastiche e antiandrogeniche. Un recente studio 2)Srivilai, J., Waranuch, N., Tangsumranjit, A., Khorana, N. and Ingkaninan, K. (2017). Germacrone and sesquiterpene-enriched extracts from Curcuma aeruginosa Roxb. increase skin penetration of minoxidil, a hair growth promoter. Drug Delivery and Translational Research, 8(1), pp.140-149. di febbraio 2018, mostra come il suo utilizzo possa essere importante per la fase di assorbimento di altri farmaci come il minoxidil.
Gel all’aglio
L’aglio appartiene alla famiglia botanica delle Liliacee. Ne fanno parte anche le cipolle, scalogno, porro e l’erba cipollina. Anche queste difatti hanno effetti antimicrobici, immunomodulatori e antinfiammatori.
Sebbene non siano disponibili prove scientificamente valide del loro agire su alopecia androgenetica, in uno studio 3)Hajheydari, Z., Jamshidi, M., Akbari, J. and Mohammadpour, R. (2007). Combination of topical garlic gel and betamethasone valerate cream in the treatment of localized alopecia areata: A double-blind randomized controlled study. Indian Journal of Dermatology, Venereology and Leprology, 73(1), p.29. iraniano, randomizzato in doppio cieco su 40 pazienti con alopecia areata, il suo uso topico in associazione con il betametasone valerato, dopo 3 mesi ha fatto registrare buone risposte nel 95% dei casi, senza effetti collaterali.
La Cipolla
Uno studio 4)Sharquie, K. and Al-Obaidi, H. (2002). Onion Juice (Allium cepa L.), A New Topical Treatment for Alopecia Areata. The Journal of Dermatology, 29(6), pp.343-346. risalente al 2002, seppur effettuato su un campione di sole 38 persone affette da alopecia areata, fu pubblicato sul Journal of Dermatology per aver mostrato risultati estremamente interessanti. I pazienti furono divisi in 2 gruppi di cui il primo (23 soggetti) doveva applicare 2 volte al giorno sul cuoio capelluto una lozione a base di succo di cipolla. Il secondo era il gruppo di controllo dove i 15 membri utilizzavano in placebo costituito da semplice acqua di rubinetto.
Ebbene dopo 6 settimane ben 87% di coloro che utilizzavano il succo di cipolla notava segni di ricrescita contro il 13% del gruppo di controllo.
Le motivazioni per cui possono essere stati ottenuti questi risultati sono legate alle innumerevoli proprietà della cipolla che contiene minerali e vitamine, come C e B6, calcio, magnesio e potassio. Inoltre, come è risaputo, ha poteri antibatterici, purificanti, stimolanti e nutrienti. Ma soprattutto la cipolla ha anche un alto contenuto di zolfo, minerale dalle forti proprietà antiossidanti, di combattere l’infiammazione ed è utilissimo per la salute di cute, capelli e unghie favorendone la crescita. Diciamo che, come il gel all’aglio citato poco sopra, il succo di cipolle è un rimedio più indicato per areata, ma le sue proprietà antinfiammatorie e anti microbiche possono essere utili anche nell’androgenetica.
Cosa da non sottovalutare per questi 2 rimedi appena citati è l’odore caratteristico di aglio e cipolla che, per quanti eccipienti e profumi possano essere utilizzati, tende sempre a presentarsi. La cosa può indubbiamente essere fastidiosa, quindi fai attenzione se decidi si tentare questa via.
Melatonina
È un antiossidante presente nei follicoli piliferi. Le ricerche sono in atto dopo che in alcuni esami clinici è stato notato un effetto sia sull’allungamento della fase anagen che sulla corposità del fusto del capello.
Zinco
La sua presenza è importante per la catalisi enzimatica, una sua carenza comporta un ritardo di crescita dei capelli, per questo motivo viene studiato sia come integratore topico che orale. Si è indagato sul suo ruolo antifungino per lenire la dermatite seborroica.
La lista delle sostanze naturali è lunga, alcune di queste hanno mostrato primi rilievi importanti a livello clinico. Occorre fare attenzione al diffondersi di informazioni miracolistiche o gonfiate per effetto delle campagne di marketing. In genere si può dire che una qualsiasi cura che preveda degli integratori può aiutare i rimedi della medicina tradizionale, fornita di un supporto di osservazione ben più corposo.
Alopecia androgenetica femminile cure – Conclusioni finali
In questo articolo abbiamo compiuto un lungo viaggio partito da cure per alopecia androgenetica femminile ufficialmente approvate dalla medicina e che hanno la dimostrazione del loro effetto. Attualmente non si è in grado di dire che esista una cura unica e definitiva, bensì si può affermare che l’alopecia androgenetica femminile, se presa per tempo può essere arrestata o fortemente rallentata.
Si fanno largo le cure alternative che, sebbene abbiano pochi rilievi scientifici a sostenerle, dimostrano un potenziale soprattutto come regolatori della circolazione sanguigna e degli stati infiammatori. L’idea comune è che possano essere affiancate ad altre cure farmacologiche per massimizzare i risultati.
Dell’omeopatia ho preferito non approfondire poiché mancano evidenze anche minime riguardo al funzionamento di una qualunque terapia a supporto della lotta contro la calvizie.
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