Si tratta di una condizione in cui più di un terzo delle donne si ritrova e che inizia a colpire in un’età che va dai 12 ai 40 anni. L’alopecia androgenetica (denominata anche con il termine abbreviato AGA), colpisce anche l’uomo, e lo fa in maggior misura rispetto alla donna. Da un punto di vista psicologico è quest’ultima però a soffrirne di più.
Per quanto riguarda l’evolversi della calvizie androgenetica femminile, occorre differenziarla da quella maschile. Il diradamento negli uomini segue il disegno ad M, dai lobi parietali si propaga nella parte superiore fino al vertice. Nella donna si assiste invece ad una graduale perdita del tono dei capelli solo nella parte superiore della testa. A differenza dell’uomo poi, l’attaccatura dei capelli, in rari casi viene attaccata ritirandosi. Infine si riscontrano solo casi isolati di calvizie totale.
In questo articolo l’argomento viene affrontato per tappe di modo che potrai verificare i temi che più ti riguardano e saltare quelli che conosci già, oppure che pensi che non siano attinenti con lo sviluppo della calvizie del tuo caso specifico. Lo scopo è quello di fornirti degli strumenti per comprendere questa meglio condizione, e supportarti.
I primi sintomi e l’evoluzione dell’alopecia androgenetica femminile
Iniziamo questo percorso dalla localizzazione della calvizie, sapendo che il diradamento dei capelli nella donna, riguarda la parte superiore centrale della testa. Il cuoio capelluto appare visibile ed i capelli sono inferiori in massa rispetto ad altre zone, con focalizzazione della zona della scriminatura centrale.
In genere dopo la fase della menopausa i suoi effetti sono maggiormente visibili, poiché gli ormoni estrogeni tendono a ridursi e per tale effetto quelli maschili aumentano in proporzione. Si può assistere a questo fenomeno anche molto tempo prima, nella fase della pubertà, in seguito, ad esempio, ad un periodo di dieta dimagrante. La perdita di capelli si può verificare anche dopo la gravidanza, la causa può essere: il forte stress e/o la mancanza di ferro. Specie nella fase dell’allattamento il fenomeno può avere origine proprio dalla mancanza di ferro.
La valutazione del livello di diradamento dei capelli nella donna, viene fatta attraverso la scala di Ludwig:
- Nel primo stadio l’assottigliamento dei capelli è leggero e si può facilmente mascherare con tecniche di hair styling;
- Nel secondo stadio il diradamento è più ampio e tocca tutta la parte della calotta;
- Infine nel terzo stadio i capelli sono molto fini e il cuoio capelluto è evidente, anche se non è del tutto privo di capelli.
Cause e concause dell’alopecia androgenetica femminile
Sebbene la causa genetica sia quella maggiormente imputata, è bene sapere che si parla di un quadro più complicato da altre concause che favoriscono lo sviluppo di tale condizione, e che può innescare una maggiore velocità nel processo di diradamento dei capelli.
La causa genetica
L’eccessiva perdita di capelli nella donna, per causa genetica, dipende dall’azione del diidrotestosterone che si lega al recettore degli androgeni formando il cosiddetto complesso ormone-recettore.
Quest’ultimo è alla base dell’attivazione dei geni che sono responsabili della miniaturizzazione dei follicoli piliferi.
Si è notato che, sia negli uomini che nelle donne, coloro che sono soggetti ad alopecia androgenetica, presentano alti livelli di 5a reduttasi e recettori degli androgeni frontali, rispetto a quelli occipitali.
Inoltre, si tenga presente che l’enzima aromatasi serve a convertire gli androgeni in estrogeni, con effetti sull’allungamento della vita del capello. Tale azione viene supportata anche dall’enzima 3-alfa-steroido deidrogenasi e dal 17-beta-idrossisteroide deidrogenasi. Da ciò ne deriva che ci si accorge del diradamento eccessivo del cuoio capelluto, subito dopo la fase della menopausa, in questo periodo infatti si assiste ad una riduzione degli estrogeni ed ad una generale preponderanza percentuale degli androgeni.
Gli sbalzi ormonali
Gli sbalzi ormonali, derivanti ad esempio dal parto oppure da trattamenti estro-progestinici (ad esempio quelli che hanno uno scopo contraccettivo), sono considerati concause importanti.
Alti livelli di testosterone nella donna si possono generare anche a causa di un cattivo funzionamento della tiroide, della policisti ovarica, e in generale di tutte le terapie che prevedono l’uso di androgeni.
L’alimentazione
Seguire una dieta con una sostanziale carenza di vitamine, oppure che non permetta il suo normale assorbimento, può favorire la calvizie. Questo è un buon motivo per non ricorrere al fai da te.
I farmaci
È noto come la chemioterapia, i farmaci antidepressivi, quelli per l’insufficienza renale con la particella beta, ma anche altri, possano causare la caduta di capelli.
Lo stress
Periodi di stress, come può essere il parto oppure lo stato febbrile acuto e gli avvenimenti particolarmente traumatici, possono favorire anch’essi l’alopecia androgenetica femminile.
La diagnosi
Il fattore tempo nella diagnosi di alopecia androgenetica femminile è quanto mai importante. Il medico specialista in endocrinologia ha la necessità di formare un quadro clinico dettagliato. Un esame specifico molto importante è il tricogramma.
Questo consiste in un’analisi puntuale dello stato del cuoio capelluto, mediante ispezione al microscopio. In diverse aree della testa si prelevano alcuni capelli per accertare la mappa delle fasi di crescita (Anagen) e di caduta dei capelli (Telogen).
Del quadro clinico fa parte:
- La caratteristica della familiarità della calvizie androgenetica;
- Valutazioni in merito l’assunzione di: pillole anticoncezionali, cortisonici ed eventualmente anche di steroidi anabolizzanti;
- La regolarità del ciclo mestruale;
- Le variazioni della peluria, l’abbassamento improvviso del tono di voce, l’acne e la tendenza ad un aumento di peso.
Gli esami di laboratorio confermeranno oppure escluderanno eventuali concentrazioni ormonali anomale.
L’aiuto di uno specialista è fondamentale per comporre una terapia idonea a frenare la caduta di capelli, dipendente da queste cause.
Come curare la calvizie androgenetica femminile?
Il trattamento farmacologico si rifà soprattutto al minoxidil. La sua immissione sul mercato, come trattamento per il rallentamento della caduta dei capelli, è piuttosto casuale. Si è notato infatti che nella cura dell’ipertensione si verificano effetti di crescita di capelli, in zone in cui erano stati persi.
Qualcosa in più va detto in merito ai possibili effetti collaterali. Si segnalano casi di dermatite da contatto, causata dalla presenza di glicole nel suo composto. Si può verificare una pigmentazione differente dal colore naturale, nelle aree della ricrescita. Sono possibili (soprattutto con le soluzioni al 5%) casi di ipertricosi, cioè la nascita di capelli in posti non desiderati come le guance o la fronte.
È utile sapere anche che il brevetto della Rogain (la versione di marca del farmaco) è scaduto, per cui è possibile accedere ad una gran varietà di prodotti equivalenti. In quest’ ultimi la quantità di minoxidil contenuta è la medesima, ma potrebbero essere aggiunti altri ingredienti che occorre valutare, per evitare eventuali reazioni allergiche.
Nel caso in cui minoxidil non abbia effetto, alcune donne possono beneficiare dello spironolattone (Aldactone), si tratta di un anti-androgeno. In particolare nella PCOS (sindrome dell’ovaio policistico), si produce un eccesso di androgeni. Allo scopo di evitare un particolare effetto collaterale per le donne in età riproduttiva, che può generare problemi per il nascituro agli organi sessuali, solitamente viene accompagnato con un contraccettivo da assumere per via orale.
Come detto la carenza di ferro potrebbe essere una concausa della caduta di capelli. Il suo accertamento avviene tramite un semplice esame del sangue. Coloro che sono sottoposti ad un regime dietetico vegetariano o vegano dovrebbero integrare il ferro. Stessa cosa dicasi per chi soffre di anemia.
Nelle pazienti che sono soggette all’iperandrogenismo, il medico può chiedere di associare il ciproterone acetato e etinilestradiolo, si tratta di compresse da assumere all’inizio del ciclo e che proseguono fino a 3 o 4 cicli dopo che la caduta di capelli si è arrestata. Le loro proprietà sono anti-androgene.
Da segnalare infine c’è anche l’ormone sessuale femminile, l’estrone solfato, che ha effetti ritardanti della caduta dei capelli. In particolare si parla di prolungamento della fase di crescita che, come detto, si chiama Anagen.
Il trapianto dei capelli
Si parla in realtà di auto-trapianto poiché i capelli vengono prelevati da una zona non non sensibile agli androgeni (ad esempio la nuca) e reimpiantati dove i capelli si presentano molto diradati.
Questa soluzione è applicata soprattutto nei casi di calvizie androgenetiche maschili, ma viene in soccorso anche di quella femminile, quando si trova in stato avanzato (livello III scala di Ludwig). Si applicano tecniche diverse, sono sostanzialmente sono due. Quella più conosciuta consiste nel praticare una piccola incisione per prelevare una striscia dei follicoli piliferi da una zona del cuoio capelluto non sensibile al DHT. Il prelievo viene poi innestato in una zona che ha necessità di ripopolamento.
Rispetto alla cura farmacologica si deve notare comunque che il processo di alopecia androgenetica femminile rimane in atto, per cui il minoxidil ad esempio, può avere un’azione di prolungamento della vita dei nuovi capelli impiantati.
Questa procedura, negli ultimi anni, è stata quella più utilizzata poiché maggiormente precisa e veloce, il trattamento avviene generalmente nell’arco di una giornata.
Conclusioni finali
In questo percorso dedicato all’alopecia androgenetica femminile, si è voluto affrontare il tema il più possibile utile a fornire un quadro globale, ci si è soffermati sulla descrizione degli strumenti che allo stato attuale sono a disposizione per contrastare la calvizie androgenetica femminile.
Sebbene la causa principale sia genetica, la donna risulta soggetta a periodi di forte stress che aumentano di molto il numero di capelli che si perdono ogni giorno. Con un particolare esame si riesce a scoprire quanti capelli si perdono nelle zone ove normalmente l’alopecia insorge. Si tenga conto che perdere fino a 100 capelli al giorno è considerato normale.
Ad oggi il minoxidil è il farmaco migliore per la donna, è infatti in grado di arrestare la caduta dei capelli. Ciò che conta ancora di più, è la diagnosi preventiva, in grado di frenare la progressione della caduta.
Le informazioni riportate fino ad ora non fanno riferimento al quadro psicologico, che come detto, hanno un particolare peso nell’universo femminile. Pur essendo la calvizie androgenetica femminile molto diffusa, non se ne parla molto per una sorta di pudore. Se questa patologia comporta per te un particolare momento di stress, o stato d’ansia, valuta con il tuo medico un sostegno psicologico.
Per concludere è bene porre l’accento nel caso in cui, la caduta eccessiva dei capelli, riguardi un soggetto in età adolescenziale. È importante accertarsi delle cause scatenanti e cercare, o fornire, un sostegno attivo importante. Infatti, se in generale per la donna la perdita di capelli rappresenta un problema sociale importante, nell’età più critica di tutte potrebbe indurre all’isolamento e nel rifiuto degli ambienti sociali.
Rispetto al passato, la ricerca e i conseguenti progressi in campo tricologico, stanno fornendo allo specialista un approccio più aderente ai casi singoli. Nonostante l’ereditarietà giochi un ruolo importante e comune a tutte coloro che ne soffrono, ciascuna ha poi una sua particolare evoluzione e quindi una terapia dedicata che per questo motivo ha maggiori possibilità di successo.
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